Sei amici partono per Marocco .....
2 agosto
Milano, sono le 5 di mattina e siamo in partenza per il Marocco pensando che nei prossimi due giorni dobbiamo percorrere tanta strada. Circa 1000 km al giorno che faranno soffrire un po’ il sedere a quelli per i quali questo è il loro primo vero viaggio in moto…..quelli come Me!
Al termine del primo giorno arriviamo a Tarragona in Spagna dove facciamo in tempo a visitare un po’ il centro della città vecchia e a mangiare un po’ di tapas prima di cena. La città si presenta calda, accogliente e piena di vita che rientra dalla spiaggia. Rapida cena in un ristorante tra le vecchie mura e poi a letto perché anche domani ci aspetta una lunga galoppata.
3 agosto
Partiamo da Tarragona riprendendo la nostra strada verso il sud della Spagna. Durante il viaggio i colori della terra cambiano in continuazione dal verde, al rosso passando dal giallo della vegetazione bruciata. Cambia così anche la temperatura e la vegetazione che ci circonda. Campi coltivati ad aranci, olivi sino al nulla dove le sole piante presenti sono agavi e cactus. Un paesaggio spettacolare che cambia da un chilometro all’altro sorprendendoti sempre.
Vicino a Granada l’aria che ci circonda è caldissima oltre i 40 gradi e mi fa un po’ paura pensare che il giorno dopo saremo in Africa dove sicuramente farà più caldo. Verso sera arriviamo a Malaga dove decidiamo di fermarci per poter prendere il mattino seguente il traghetto da Algeciras da qui poco distante. Optiamo per un Novotel con piscina giusto per rinfrescare il nostro sedere che stando sulla moto tutto il giorno incomincia a soffrire. L’acqua della piscina è sicuramente la benvenuta.
4 agosto
Da Malaga ad Algeciras la distanza è poca e così poco dopo siamo a bordo del traghetto che in un’ora viaggiando sulle onde dello stretto di Gibilterra ci porterà al porto di Ceuta da dove incomincerà la nostra avventura marocchina. Anche se ancora su territorio spagnolo, a Ceuta si incomincia a vedere qualche persona vestita in modo diverso da noi europei, inizia così il contatto con il mondo mussulmano. Appena fuori Ceuta c’è la dogana marocchina. Compilati i moduli necessari e controllati i documenti dopo un’oretta entriamo finalmente in Marocco. La zona della dogana come sempre è un mondo a parte ed anche qui guardandoti intorno vedi gente che va e che viene, gente che urla ……, insomma c’è un gran casino e fa molto caldo.
Alzando gli occhi sulla collina sovrastante c’è un sacco di gente disperata assiepata alla recinzione con il filo spinato che sembra aspettare il momento buono per passare clandestinamente il sospirato confine. Avrei voluto fare delle foto a testimonianza della disperazione vista ma qui è vietato, ad ogni modo da qualsiasi lato la guardi, ti viene da pensare a quanto si è stati fortunati a nascere in Italia…….e lo dico io che sono nata in Romania…..
Dopo aver passato la dogana proseguiamo sulla nostra strada in direzione Chefchaouen.
La strada è piena di poliziotti, bandiere e fotografie del Re. Passiamo da Tetuan, cittadina sulla costa mediterranea che ci appare molto pulita ed in ordine. Scopriremo poco dopo che vi è un palazzo reale, motivo della presenza così imponente di poliziotti ad ogni angolo.
Usciamo da Tetuan e puntiamo verso Chefchaouen lungo la strada più scivolosa che abbia mai visto. Sembra di guidare sul sapone ma per fortuna ne usciamo senza problemi. Vediamo gente lungo la strada ma soprattutto persone che lavorano i campi o a dorso d’asino…..e sono tutti donne e bambini. Gente che ti saluta e ti guarda curiosa. Uomini e bambini salutano volentieri mentre le donne cercano di non mostrarsi in volto. Dalla moto spesso riesci a “rubare” qualche fotografia a donne intente a portare enormi pesi sulle spalle o che guidano l’asino che poveraccio incarna la classica frase “carico come un mulo”!
Momenti della loro vita quotidiana e ti sembra che il mondo qui, si sia fermato da tempo.
Ogni volta che ci fermiamo in un piccolo bar lungo i villaggi che attraversiamo, la gente ci guarda curiosa e scopri che sono tutti molto gentili, puliti, anche se sfortunati per il solo fatto di essere nati in un paese guidato da persone lontane anni luce dalla reale povertà in cui riversa la gente comune.
Durante il giorno troviamo sempre uomini che si riparano nei bar. Viene da chiedersi come facciano a vivere senza lavorare. La risposta non tarda ad arrivare. Il Marocco è un paese dove con certezza quelli che lavorano di più sono le donne.
Arriviamo a Chefchaouen e troviamo alloggio in un albergo in cima alla collina che sovrasta la Medina. Da qui è possibile ammirare tutta la città, Medina compresa, e sentire i rumori ed il richiamo del Muezzin.
Di giorno la città sembra spenta ma quando arriva la sera e si accendono le luci, la gente esce di casa e si riversa nelle strette vie della cittadina.
5 agosto
Partiamo da Chefchaouen e risaliamo la dorsale montuosa del Rif.
Facendola tutta percorriamo circa un centinaio di chilometri di strada panoramica, di questi almeno la metà è coltivata a Cannabis. Qui la Marijuana è consentita per uso personale, ma la gente del posto ovviamente fa di tutto per venderla al primo che passa. Trovi gente seduta sul bordo della strada o sotto una pianta che appena ti vede cerca in tutti i modi di mostrarti i propri prodotti. A volte addirittura ti inseguono a bordo di motorini o auto, oppure si avvicinano quando ti fermi a bere qualcosa.
Lasciamo le montagne del Rif e scendiamo verso la pianura dove il caldo, quello vero, ci assale e diventa obbligatorio farci l’abitudine visto quello che ci aspetta nei prossimi giorni.
Arriviamo così a Fes.
Avevo letto che Fes è la città più antica delle città imperiali del Marocco, centro della cultura e dell’artigianato. Vista da fuori sembra una città con poca gente, ma una volta entrati nella Medina trovi un altro mondo.
All’arrivo in città veniamo avvicinati da una persona a bordo di un motorino. A breve questo diventerà la nostra guida, ovviamente abusiva, ma noi non stiamo troppo a sottilizzare. Decidiamo che ci sta bene servirci di una guida e da quel momento ci faremo accompagnare nella visita della Medina senza preoccuparci troppo.
L’impatto con la Medina è forte. Odori, immondizia, animali, spezie e quanto altro ti fanno da contorno ed abituarsi non è così immediato. Ma noi abbiamo le nostre guide, dico nostre perché il nostro amico ha un aiutante. Ovviamente senza il loro aiuto diventa impossibile vedere certe cose, ma soprattutto sarebbe impossibile poter camminare senza essere in continuazione tirato dentro in un negozio piuttosto che in un altro.
Arriva sera e siccome è il compleanno di una di noi, ceniamo in un bellissimo ristorante all’interno di un Riad. Cena ottima, sicuramente il miglior cous cous di tutto il viaggio, in più veniamo coinvolti in uno spettacolo all’interno del ristorante. Usciti da quest’ultimo scopriamo che la notte all’interno della Medina è inaspettatamente viva. Gente seduta a respirare un po’ d’aria fresca, amici che s’incontrano, donne che chiacchierano tra di loro bambini che giocano. Sembrano tutti tranquilli e felici con la loro vita così difficile e imprevedibile. In questa città ho capito che qualsiasi di loro, piccolo o grande che sia, fa quello che può per portare a casa il necessario per mangiare.
Ritorniamo al nostro albergo fuori dalla Medina dove ci aspetta un meritato riposo.
6 agosto
Oggi la giornata è dedicata alla visita di Fes, le nostre guide ci attendono e la giornata inizia con un tour della città che tocca le parti più rappresentative della città al di fuori delle mura della Medina.
Entrare nella Medina al mattino è diverso, ti accorgi di quanto queste costruzioni e questi stretti vicoli proteggano la gente dal caldo opprimente. Camminando tra le vie affollate hai la strana sensazione di far parte anche tu di quel mondo. Visitiamo di tutto, dai laboratori artigianali di prodotti come piatti e teiere, ai produttori di tappeti, forni del pane, dolci eccetera. Oltre ovviamente ai venditori ambulanti di ogni genere, dal pollame e spezie sino a dentiere e camaleonti.
Visitiamo un laboratorio dove lavorano la terracotta per farne vasellame e mosaici. Le persone impegnate in questi lavori sono tutti giovani e molto abili. Dei veri artisti. Guardando i prodotti finiti fatti da questi giovani si ha la sensazione che in ogni oggetto ci mettano qualcosa della loro anima.
Visitiamo un forno per la panificazione. La cosa strana è che qui la gente si fa l’impasto del pane a casa propria e poi va in questi posti a farselo cucinare. In questo modo ognuno mangia il proprio prodotto come se l’è fatto. Probabilmente era così anche da noi ai tempi della guerra.
Camminando per i vicoli ci fermiamo davanti ad una porticina dove veniamo invitati ad entrare. All’interno del piccolo locale c’è un asilo con una decina di bimbi e la propria maestra intenti a cantare. E’ stato bellissimo vedere l’allegria e la dolcezza di questi bimbi.
Lasciamo l’asilo e poco dopo entriamo in una cooperativa dove si lavora il rame. Qui troviamo donne e bambini che lavorano in condizioni durissime a causa delle polveri di lavorazione che respirano. Meglio uscire in fretta e sperare che a quei poveracci non capiti niente. Per fortuna che sulle porte di casa hanno dei simboli che allontanano il malocchio, speriamo funzionino…..
Via da qui vediamo una cooperativa di sole donne che vende i propri tappeti e laboratori dove ci sono ragazzini impegnati nella lavorazione del legno e nell’apprendimento del mestiere per il loro futuro.
Mentre ci incamminiamo verso le concerie, ogni tanto senti qualcuno che grida di spostarsi. E’ in arrivo il taxi della Medina stracarico. Si tratta di un povero asinello che passa le sue giornate portando merce da un capo all’altro della Medina. Questi poveri animali vengono spremuti per tutti i loro anni fino al momento di passare a miglior vita.
Arriviamo alle concerie e saliamo al piano rialzato di un negozio di pelli che ci dà la possibilità di vedere lo scenario dall’alto. L’immagine che appare è impressionante. Uomini che lavorano immersi nel colore sino alle ginocchia. Hanno le gambe ed il corpo colorato dello stesso colore che stanno trasferendo al pellame. C’è da chiedersi se il continuo contatto con il colore non sia dannoso alla pelle dello sfortunato lavoratore. Il tipo del negozio ci giura che usando colori naturali non succede niente e dice che lui stesso ha lavorato nelle vasche dei colori per diversi anni. Ci fa vedere le gambe e sembrano normali. Mah…….!!!!
Qui la puzza si fa sentire, ma grazie ad un ramoscello di meta che ci viene dato da mettere sotto il naso si riesce a sopportare la cosa.
Dopo tanto girare torniamo al nostro albergo e ci godiamo qualche ora di piscina. La piscina alle 17 si svuota di colpo perché il Muezzin chiama alla preghiera e da quel momento è praticamente solo nostra. Ne approfitteremo anche dopo cena dove terminiamo il nostro soggiorno a Fes con un rinfrescante bagno notturno.
7 agosto
Partenza verso le 8, scendendo verso sud attraversiamo la foresta dei cedri, dove tra venditori di miele a bordo strada, arriviamo a Ifrane, elegante cittadina di montagna in un contesto naturale che potrebbe essere la Svizzera. Anche qui tutto pulito e polizia ovunque….dopo qualche metro ecco un palazzo reale. C’è da dire che il Re i posti se li è scelti proprio bene.
Proseguiamo verso sud e risalendo la valle dello Ziz tra spettacolari paesaggi, vediamo i primi dromedari. Ci fermiamo per uno spuntino alla Kasbah Dounia, un bel locale caratteristico ricavato all’interno di una vecchia casa con giardino interno. Qui si respira un’aria diversa da quella trovata sino ad oggi. Il caldo si fa sentire, ma è la luce che cambia e rende questi posti particolari.
Risaliamo in moto, la strada sale tra rocce e canyons e decidiamo di fermarci al Jurasique. Il posto non è niente di speciale, ma è pulito e garantisce un minimo di confort, ha una piscina con acqua ghiacciata prelevata da un torrente ma soprattutto ci troviamo in mezzo al niente e nel cuore della valle dello Ziz.
Qui scopriamo di aver raccolto un paio di chiodi che si sono conficcati in una gomma delle nostre moto. Con calma ripariamo la gomma e ci godiamo la cena e la stellata che il cielo ci regala.
8 agosto
Continuiamo il nostro viaggio attraversando valli deserte dove le sole forme di vita che vediamo sono capre. Ovviamente c’è sicuramente qualcuno che le controlla, ma sarà per via del caldo che non si vede nessuno. Passiamo a lato di palmeti enormi nati al riparo della montagna e lungo il torrente che scorre lungo la strada. Una macchia verde sulla terra dai diversi colori.
Più tardi incominciamo a vedere le prime dune dal colore indefinito per via del sole già verticale.
Alle porte di Merzouga prendiamo la deviazione lungo la pista che porta al nostro albergo che ci eravamo prenotati da casa. Ma quasi arrivati davanti al Kasbah Mohayout succede che cadiamo dalla moto per via di una buca di sabbia. Per fortuna nessun danno e così arriviamo tutti interi all’albergo.
L’albergo è una costruzione bassa a 50 m dalle dune, interamente costruito in terra e paglia con stanze colorate ed arredate con gusto. Giardino interno e piscina. La temperatura qui è intorno ai 50 gradi, ma la piscina e le mura dell’albergo aiutano. E quando questo non basta più perché il sole ti ammazza c’è sempre il fido condizionatore della stanza che ti aspetta. Alla sera cena nel giardino interno sotto le stelle. Bellissimo!
9 agosto
La giornata dopo una ricca colazione inizia con una gita in fuoristrada sulla Toyota di Hassan gestore dell’albergo. Il tour ci porta a vedere le dune, le rocce fossili, un villaggio di senegalesi trapiantati a Merzouga, i pozzi per l’estrazione del kajal dal quale si ricava un componente del trucco delle donne di mezzo mondo, un’oasi dove si pratica l’agricoltura a 100 metri dal deserto…incredibile! Facendo il giro dell’Erg Chebbi vediamo delle tende berbere di nomadi accampati nelle vicinanze di Merzouga, una piccola scuola per i bimbi del popolo nomade ed un pozzo d’acqua , e ovviamente i dromedari che qui la fanno da padrone.
Fermandosi con la macchina in qualsiasi posto, poco dopo vedi arrivare qualcuno dal nulla. Un bambino si sarà fatto 300 metri di corsa a piedi nudi per venderci il suo cammellino fatto di filo di lana, una pietra ed un braccialetto……povero piccolo!
Dopo qualche ora di relax in piscina ed un bel pisolino al fresco, a sera arriva il momento della gita sul dromedario nel deserto. Nel silenzio del deserto rimani stupito dalle voci che senti nell’aria.
Il nostro animale si è addentrato nel deserto come se niente fosse e ci ha portati sotto una enorme duna che poi abbiamo risalito a piedi. Una volta arrivati in cresta abbiamo potuto aspettare ed ammirare il tramonto che qui grazie ai colori riflessi sulla sabbia è bellissimo. Una volta che il sole è sceso all’orizzonte siamo scesi dalla duna e dopo aver acquistato dalla nostra guida berbera qualche fossile come souvenir siamo rientrati quasi al buio a dorso di dromedario.
Il deserto non è solo sabbia morbida o caldo, è la tranquillità, il silenzio, un’esperienza unica!
10 agosto
Lasciamo il deserto per continuare il nostro viaggio. Ci dispiace lasciare le dune e la gente del deserto. Qui abbiamo trovato della brava gente, molto gentile ed ospitale.
Ad ogni modo proseguiamo e risaliamo la valle del Dades. La valle è bellissima, la strada sale in mezzo a piante di fichi e mandorli che lasciano il posto a pareti rocciose dalle forme e dai colori incredibili. Fa un certo effetto. Tutto ha il colore della roccia case incluse, molto bello!
Troviamo il nostro albergo “Chez Pierre”, l’albergo si sviluppa a terrazze con molte piante da frutto e sull’ultima terrazza c’è anche una bella piscina dove rinfrescarsi. Anche qui si cena sotto le stelle e si sta veramente bene.
11 agosto
Risaliamo la valle sino alle Gorge per poi proseguire oltre. La strada prosegue e dopo numerosi tornanti arriva in una valle interamente coltivata. Proseguiamo ancora perché il nostro intento è quello di percorrere la pista che collega la valle del Dades a quella del Todra.
Troviamo la pista ed anche dei colleghi motociclisti. Per la verità pochi in tutto il viaggio.
Imbocchiamo la pista che subito si rileva impegnativa per i nostri GS che anche se siamo senza bagagli hanno il passeggero a bordo. Ad ogni modo proviamo ugualmente e percorriamo qualche chilometro. Avanziamo con qualche difficoltà ma ad un certo punto decidiamo di tornare indietro.
Scegliamo così di andare a Todra lungo la strada asfaltata. La giornata evidentemente non nasce bene, infatti scendendo dalla valle uno di noi scivola su una macchia d’olio nel bel mezzo di un tornante. Per fortuna le protezioni fanno il loro lavoro e malgrado lo spavento si riparte senza danni importanti.
Arrivati a Todra troviamo le gole piene di gente che fa il bagno nel torrente, immondizia ammassata in ogni dove e macchine parcheggiate dove capita.
Superiamo le Gorges e troviamo un piccolo bar ricavato sotto una tenda berbera che ci attira e ci fermiamo a bere qualcosa. In un primo momento qualcuno di noi ordina anche da mangiare qualcosa, poi vedendo che piatti e bicchieri vengono lavati in una pozza d’acqua dove nuotano delle rane, decidiamo di bere a “canna”e di tornare verso la pace della valle del Dades.
Ripassiamo nella gola e sembra un girone dantesco. Caos totale, auto e camper bloccati. Qui hanno un’idea particolare di come comportarsi sulla strada. Si fermano a lavare il proprio taxi in mezzo alla strada e così per passare devi bestemmiare finchè qualcuno fa il poliziotto di turno e libera la strada.
La valle del Todra così famosa per le sue gole, ci ha un po’ delusi. Se qui non incominciano a regolamentare l’afflusso di auto e soprattutto a controllare che la gente non lasci la propria immondizia a bordo strada, di queste gole ben presto rimarrà ben poco.
12 agosto
Partiamo da Dades e attraversando Ouarzazate ci dirigiamo verso Marrakech. Passando dalla Valle del Draa.
Facciamo una breve sosta a Ait Behhaddou dove hanno girato alcune scene del film “ Il Gladiatore”
Per tutto il viaggio in Marocco non abbiamo mai visto una scritta sui muri. A un chilometro dalla Kasbah di Ait Behhaddou troviamo un segno tangibile dell’italiano medio. Una bella scritta a bomboletta nera su fondo bianco …….Forza Roma! Meglio non aggiungere altro.
Arriviamo a Marrakech e cercando un albergo decidiamo di fermarci al Kenza. Da evitare come la peste!
Ad ogni modo piazziamo le nostre cose in stanza e ci incamminiamo verso la Medina sino a giungere alla famosa piazza Djemaa el-Fna. Sulla piazza troviamo, oltre ai tavolini delle bancherelle di spiedini di carne e pesce, un numero imprecisato di artisti di strada che fanno esibizioni per i numerosi turisti, cantastorie, incantatori di serpenti, eccetera.
I chioschi che vendono spremute d’arancia non si contano.
Decidiamo di cenare su una terrazza di un ristorante da dove è possibile ammirare tutta la piazza. Soprattutto quando scende il buio la piazza offre un ‘immagine meravigliosa tra luci, musica, fumo, gente che passeggia eccetera.
Usciamo dall’albergo e puntiamo dritti verso l’oceano. La nostra meta di oggi è Essaouira .
Arriviamo sulla costa sferzata da un forte vento. Il contrasto dato dalla presenza di cammelli sulla spiaggia insieme a gente che fa surf o kytesurf non è da poco. Troviamo alloggio per la notte ad un Ibis hotel all’entrata della città. A sera ci incamminiamo sulla lunga passeggiata dove per la prima ed unica volta del viaggio siamo costretti a metterci le felpe a causa del forte vento.
Arriviamo sul porto e ci sediamo a cena nei piccoli ristoranti dei pescatori dove ci strafoghiamo di pesce alla griglia. Siamo in sei, ordiniamo per dodici ma non avanza niente. Peggio dei lupi affamati. Va detto che è stata la prima cena senza tajine o cous-cous.
Dopo cena entriamo nella Medina fortificata, si presenta più elegante delle altre viste sino ad ora, la gente è meno invadente e guardandoti attorno ti accorgi che qui c’è un turismo diverso. Entriamo in locale con musica tradizionale ma dall’atmosfera europea.
14 agosto
Decidiamo di spostarci di poco da Essaouria e percorrendo una trentina di chilometri arriviamo a Sidi-Kaouki. Un piccolo centro sul mare che sta diventanto una meta di surfisti. Alloggiamo in una graziosa guesthouse dall’italianissimo nome “La Pergola”. Il posto è perfetto per rilassarsi un po’ di fronte all’oceano. Sarà l’aria del mare, sarà l’orario ma dopo esserci sistemati e infilatici il costume ci dirigiamo verso la piazzetta dove vi sono una serie di bancherelle che servono pesce alla griglia e tajine.
A pancia piena ci facciamo una sana camminata di un’oretta lungo lo spiaggione. Anche qui cammelli e cavalli che si rinfrescano tra le onde.
15 agosto
Lasciamo Sidi-Kaouki e risaliamo la costa verso El-Jadida. Da oggi il muso delle nostre moto sarà sempre rivolto verso casa, abbiamo fatto il giro di boa della nostra vacanza.
La strada corre parallela all’oceano ed il vento la fa da padrone. Ma l’aria del mezzogiorno colpisce ancora e poco dopo ci troviamo seduti lungo la strada a far fuori non so quante sardine appena tolte dalla griglia. Sarà che siamo affamati, sarà l’insalata marocchina, ma anche se completamente senza posate e ridendocela di gusto spazzoliamo tutto leccandoci le dita.
Arriviamo a El-Jadida e troviamo una specie di Rimini marocchina, affollatissima. Proviamo a cercare un albergo ma senza nessuna possibilità. Decidiamo così di puntare su Rabat. La capitale.
Giunti a Rabat troviamo alloggio in centro città all’hotel Royal, usciamo a fare quattro passi e per la prima volta ci facciamo una pizza prima di andare a letto. Il giro della città lo rimandiamo alla giornata di domani.
16 agosto
Ci incamminiamo verso la Medina che troviamo decisamente meno congestionata rispetto alle altre, i negozianti non sono per niente insistenti e la gente che la frequenta è composta principalmente da locali e pochissimi turisti. L’attraversiamo ed arriviamo sul promontorio che sovrasta il porto. Qui la vecchia Kasbah des Oudaias è stata trasformata in un luogo tranquillo e piacevole. Appena sotto alla Kasbah visitiamo il giardino Andaluso.
Sempre a piedi raggiungiamo il Mausoleo di Mohamed V e la sua torre Hassan. Il Mausoleo è molto interessante da visitare, il famoso cambio della guardia invece è quanto di più ridicolo si possa vedere. Tutta la città è tranquillissima e ti invita a fare delle lunghe passeggiate tra gli eleganti quartieri. Visitiamo anche l’interessante necropoli di Chellah dove gatti e cicogne la fanno da padrone. Alla sera ci rifacciamo della pizza del giorno prima e ci concediamo un sontuoso ristorante su una terrazza a picco sul mare. 17 e 18 agosto
Risaliamo ancora la costa ed arriviamo ad Asilah. Dove riposeremo un paio di giorni prima di prendere la strada di casa.
Alloggiamo appena fuori dal centro all’hotel al-Khaima. Asilah è un centro vacanze della popolazione locale, ha una Medina completamente ristrutturata e grazie ad un centro culturale internazionale, organizza mostre e manifestazioni che portano qualche turista.
La Medina fortificata è molto elegante ed oggi è stata trasformata in un quartiere residenziale abitato da marocchini benestanti o stranieri. Di fatto è molto bella vedersi ma decisamente snaturata dalle sue origini.
Medina a parte, Asilah ha ben poco da offrire, la spiaggia è sporca ed affollata. In pratica passiamo la nostra giornata di riposo a bordo piscina e la concludiamo con un’ottima cena al Casa Garcia.
19 agosto
Dovendo lasciare il Marocco andiamo verso Ceuta. Riattraversiamo Tetouan e vedendo le spiagge larghe e pulite ci chiediamo perché abbiamo deciso di fermarci ad Asilah…Boh!
Arriviamo in dogana ed in poco tempo riusciamo a sbrigare tutte le pratiche. A Ceuta acquistiamo il biglietto del traghetto che ci riporterà ad Algeciras.
Da qui incominciamo a risalire la costa spagnola. Per passare la notte ci fermiamo ad un Ibis alla periferia di Murcia.
20 agosto
Ripartiamo da Murcia e decidiamo che al contrario dell’andata spezzeremo il nostro viaggio di ritorno fermandoci a Barcellona visto che alcuni di noi non l’hanno mai vista.
Entriamo nella bella città di Gaudì e troviamo alloggio all’hotel Onix Rambla.
Nel pomeriggio ci facciamo una bella “vasca” sulla Rambla ed arriviamo a Barcelloneta, ancora quattro passi e siamo al porto olimpico dove ceniamo in uno dei tanti ristoranti.
Il giorno dopo visitiamo la Pedrera, Casa Batllò e la Sagrada Familia. Osservando solo una parte delle opere di Gaudì, ci si rende conto di come la gente geniale lasci il segno di se stesso. Gaudì è stato uno di questi e anche adesso la sua genialità attira persone da tutto il mondo per osservare le sue opere.
Purtroppo questi sono i soli posti che siamo riusciti a vedere di Barcellona, ma chissà…..un giorno torneremo.
21 agosto
Partiamo da Barcellona e dopo un’infinità di benzinai, caselli e chilometri…….arriviamo a casa. Per questo anno le vacanze sono finite…..da domani si incomincia a pensare all’anno prossimo.
Dedico questo diario ricordo ai miei compagni di viaggio che mi hanno accompagnato nel mio primo viaggio in moto.
Grazie a tutti
Nessun commento:
Posta un commento